prof. Nunzio Brugaletta |
atapSO |
EnneBi –
Computer Science
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Formattazione di un disco esterno o chiavetta USB.
$ sudo mkfs.vfat /dev/sdb1
Nell'ipotesi che il sistema associ alla periferica il device /dev/sdb e che si debba formattare la prima (o unica) partizione, il comando genera un filesystem di tipo fat utilizzato nelle chiavette USB per ragioni di semplicità. Se servissero altri tipi di filesystem si possono utilizzare, in alternativa, i comandi mkfs.ntfs o mkfs.ext2.
Immagine ISO di un CD-rom.
$ dd if=/dev/cdrom of=immagine.iso 766748+0 record dentro 766748+0 record fuori 392574976 byte (393 MB) copiati, 27,1499 s, 14,5 MB/s
Il comando dd (Disk Dump) effettua una copia identica: accede a basso livello al device e ne copia byte per byte il contenuto. Il parametro if (Input File) specifica il sorgente, il parametro of (Output File) la destinazione.
Backup di una partizione.
$ sudo dd if=/dev/sda1 | gzip > partizione1.img.gz
In questo caso si effettua il dumping della prima partizione. L'output è filtrato (operatore |) dal comando gzip e inviato al file di cui viene specificato il nome. L'uso del comando gzip consente di avere una versione compressa della partizione altrimenti la dimensione del file risulterebbe uguale a quella della partizione e ciò potrebbe comportare maggiori difficoltà di stoccaggio.
La partizione può essere, in casi di emergenza, ripristinata dal file compresso:
$ sudo gzip -dc partizione1.img.gz > dd of=/dev/sda1
Ora, in maniera speculare rispetto alla riga precedente, è il comando dd a ricevere l'input dalla decompressione del file e a copiarlo nella destinazione.
Si potrebbe anche generare l'immagine dell'intero disco: basta inserire /dev/sda nei posti dei comandi precedenti dove è inserita la partizione. Ciò può essere utile per una installazione multipla, in un ambiente di rete con molti computer tutti con la stessa configurazione hardware. Basta configurare un solo computer e utilizzare l'immagine per trasferire la stessa configurazione negli altri computer della rete.
Backup della tabella delle partizioni.
$ sudo dd if=/dev/sda of=mbr.out count=1 bs=512
In questo caso si effettua il dumping, nel file con nome mbr.out, dei primi 512 byte di /dev/sda. Essendo questo il disco di boot, i primi 512 byte sono di importanza estrema essendo quelli in cui è conservato il Master Boot Record ovvero il blocco di avvio del sistema oltre che la tabella delle partizioni contenente le informazioni sulle partizioni primarie.
$ sudo sfdisk -d /dev/sda > sda.out
Il comando sfdisk permette la manipolazione della tabella delle partizioni. In questo caso viene effettuato il dumping, sul file sda.out, della tabella di tutte le partizioni comprese quella estesa e quelle logiche. Il comando è utile quando esistono partizioni logiche la cui definizione non è conservata nel MBR. La conservazione delle informazioni viene effettuata in un formato utilizzabile da sfdisk stesso e, quindi, l'utilizzo dei due comandi congiunti può essere una buona strategia di salvataggio da disastri. Una volta conservati su una chiavetta USB i due files generati, qualora il disco di avvio risultasse danneggiato, si potrebbe sempre rispristinare la situazione di partenza utilizzando la sequenza di comandi inversa:
$ sudo dd if=mbr.out of=/dev/sda $ sudo sfdisk < sda.out
non è inutile sottolineare il significato delle ultime due operazioni descritte: si sta sovrascrivendo una parte importante del disco di avvio e si sta manipolando la tabella delle partizioni. È necessario porre la massima attenzione quando si usano comandi di tale importanza: eventuali errori commessi avrebbero, come conseguenza, effetti che comprometterebbero la funzionalità del disco.
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