prof. Nunzio Brugaletta | BIt WOrld |
Qualsiasi suono percepito dall'orecchio umano è definibile per mezzo di un onda che colpisce il timpano e viene percepito dal cervello, appunto, come suono.
Per registrare nella memoria di un computer un suono (digitalizzare un suono ovvero trovare un modo come scrivere, utilizzando sequenze binarie, le caratteristiche di un suono), è necessario effettuare un campionamento: processo attraverso il quale l'onda viene scomposta in tanti pezzi ad ognuno dei quali viene dato un valore. Maggiore sarà il numero degli intervalli in cui si divide l'onda sonora (i campioni), maggiore sarà la fedeltà ma anche maggiore sarà la dimensione del file che dovrà conservare le informazioni. |
Se, per esempio, si utilizza 1 byte per registrare un campione e si divide un secondo in 22.050 campioni (qualità media. La qualità di un CD è 44.100), per registrare 1 minuto di sonoro occorrono 22.050 x 60 = 1.323.000 byte cioè circa 1,26 Mb di spazio.
Per aumentare la qualità del suono registrato si può intervenire su 3 fattori: il maggior numero di campioni, la quantità di bit per rappresentare il campione e, si pensi al suono stereo, i canali. Nel formato WAV viene registrato un suono esattamente come descritto. Le dimensioni dei file wave non sono tali però da essere facilmente elaborati e, soprattutto, trasmessi in una rete.
Per ridurre le dimensioni di un file sonoro si possono utilizzare, in ragione del risultato che si vuole raggiungere, strategie diverse che danno origine a formati di file, di cui i più comuni sono:
Formato MIDI. Un file MID contiene delle istruzioni rivolte alla scheda sonora di un computer per produrre un determinato suono, magari ad imitazione di uno strumento musicale. I file MID sono enormemente più piccoli dei WAV, ma la qualità della loro riproduzione cambia in funzione delle potenzialità della scheda sonora. In generale un file MID può essere inviato ad un qualsiasi dispositivo che riproduce suoni: una scheda sonora ma, anche, una tastiera di uno strumento elettronico.
Formato MP3. Prodotto dal Motion Picture Experts Group, un gruppo di persone, riunito con lo scopo di studiare metodi di compressione dei formati multimediali, che ha proposto una serie di formati che prendono il nome dal gruppo: MPEG 1 (filmati e audio), MPEG 2 (TV digitale), MPEG 4 (applicazioni multimediali). MPEG 1 layer III o, più semplicemente MP3, è il formato con l'algoritmo di compressione più efficiente della famiglia MPEG 1. Nasce con l'obiettivo di ridurre le dimensioni di un file sonoro al fine di poterlo manipolare più agevolmente; per esempio per trasmetterlo in rete. La minore dimensione del file sonoro, rispetto a quella di un file WAV, è ottenuta con un processo di eliminazione della gamma sonora non percepita dall'orecchio umano: i 44.100 campioni di un file sonoro in qualità CD, vista la conformazione dell'orecchio umano, non vengono tutti percepiti è quindi inutile conservarli tutti. L'elevata resa sonora (praticamente l'esecuzione di un MP3 è indistinguibile da un WAV) e le ridotte dimensioni (rapporto 10:1) hanno decretato il successo di questo formato.
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